Luca Forni

Gli effetti dei dazi di Trump sulle imprese campane. Azione Salerno ne ha discusso in un convegno

14-04-2025

Giovedì 10 aprile, presso la Sala Moka, Azione Salerno ha organizzato un interessante e partecipato convegno sulle ricadute economiche per le imprese della Campania provocate dai dazi imposti dal Presidente americano Donald Trump. Perché è vero che il tycoon ha sospeso questi balzelli per novanta giorni, esprimendo ancora una volta tutta la sua imprevedibilità, ma non è detto che, alla fine, non ceda alle spinte protezionistiche dei suoi consiglieri più radicali.

Promotore dell’iniziativa il presidente provinciale del partito Luca Forni, avvocato esperto in diritto alimentare e consulente di molteplici aziende salernitane del settore e di consorzi.

Dopo i saluti di rito da parte del deputato di Azione Antonio D’Alessio, del segretario provinciale Pacifico e del segretario regionale Bosco, spazio agli interventi tecnici e degli imprenditori del territorio nonché dei rappresentati di categoria.

Il Presidente Forni ha sottolineato, nel suo intervento da tecnico ed esperto del settore, quanto questi dazi “elevati e indifferenziati” rischino di generare una guerra, commerciale ma non solo, perché “dove non passano le merci, passano i carrarmati”. Nel ribadire l’assoluta rilevanza dell’export italiano verso gli USA, Forni ha anche evidenziato come la provincia di Salerno sia, in assoluto, la più esposta d’Italia per il mercato agroalimentare, con esportazioni che sfiorano i 520 milioni di euro, come da dati della CIA – Agricoltori italiani.

“Concedere aiuti a pioggia a tutte le imprese può generare un effetto distorsivo per il mercato: questa sarebbe una delle scelte più scellerate che il Governo potrebbe adottare, senza una preliminare distinzione tra quelle realmente colpite dai dazi made in USA e quelle che, invece, hanno un export ridotto verso gli States”, il monito.

Collegato da remoto Riccardo Maria Monti, manager di caratura internazionale e che tra i tanti ruoli ricoperti è l’ex presidente dell’ICE ( Istituto Commercio Estero) nonché attuale membro del board della fondazione Robert Kennedy, profondo conoscitore sia delle dinamiche del commercio internazionale che della realtà statunitense, che ha definito la mossa di Trump né più né meno che “un cazzotto in piena faccia a freddo ad un amico, un teatro vergognoso frutto di faciloneria e arroganza, che genererà grossi pregiudizi in primis per le imprese e i consumatori americani”. L’intervento, di ampio respiro e di spessore, ha fornito ai presenti un’immagine lucida e precisa del contesto USA, stretto tra forti squilibri commerciali e una fragilità finanziaria da non sottovalutare. Dunque, cosa fare? “Provare a diversificare prodotti e mercati, aprendosi a nuove possibilità”, ha spiegato, non risparmiando qualche frecciata al governo, giudicato poco proattivo.

Sulla stessa scia Giovanni De Angelis, direttore generale dell’ANICAV (’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali) per il quale “l’atteggiamento schizofrenico di Trump rende impossibile la necessaria programmazione industriale” e che “la sdrammatizzazione del governo [sul tema] è preoccupante”. Il direttore ha poi ribadito l’assoluta rilevanza dell’export salernitano del suo settore verso gli USA: “gli Stati Uniti rappresentano un quinto di tutto l’export extraUe”. Cosa dovrebbe fare la politica per tutelare gli imprenditori? “Innanzitutto ascoltare le nostre esigenze e dare risposte di ampio respiro. E poi due temi in particolare: abbattere il costo dell’energia e superare la rigidità normativa della Ue in materia di riciclo”. Battaglie che Azione porta avanti da tempo e con determinazione.

“Il prezzo della mozzarella di bufala è già aumentato sul mercato americano…” ha lanciato l’allarme Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala campana DOP, che ha poi arringato contro il ceto politico, giudicato incapace di decidere e, soprattutto, poco competente nel farlo.

L’appello a una politica più aperta e decidente è stato condiviso anche da Salvatore Scafuri, da poco eletto presidente regionale di Confcooperative Campania.

Il Presidente Forni ha avuto modo di ribadire, sfruttando il destro fornito dagli interventi dei Presidenti Raimondo e Scafuri che “È la mission di Azione, che si è data sin dalla sua nascita: andare oltre il chiacchiericcio e provare a risolvere i problemi, con un confronto serio e aperto con le rappresentanze delle categorie e associazioni, affinché assieme si possano elaborare proposte concrete da affidare ai rappresentanti eletti, sia al Parlamento che alla Regione Campania”.

Tommaso Romano, presidente del consorzio di tutela del pomodoro San Marzano DOP, ha posto l’accento sull’annoso problema della contraffazione dei prodotti made in Italy negli Stati Uniti affermando che “Luca Forni conosce molto bene il problema, essendo stato tra i primi in Italia a difendere il made in Italy dalle contraffazioni agroalimentari all’estero, attività che ha svolto anche per conto del nostro consorzio”

Annibale Pancrazio, che ha svolto importanti ruoli apicali delle rappresentanze di categoria essendo stato presidente dell’Anicav, presidente del distretto del pomodoro del sud Italia e per oltre un decennio nel board di Federalimentare (l’associazione nazionale di Confindustria che racchiude tutte le imprese del settore) sino ad esserne stato il Vice Presidente, nonché  amministratore delegato della Pancrazio SpA, azienda leader della produzione conserviera, ha insistito sull’aumento dei costi di trasporto – “vedrete quanto aumenteranno i noli” – e che “la diversificazione dei mercati e dei prodotti  sarà comunque elemento essenziale e monito per il futuro”.

Conclude Rosanna Sellitto, in rappresentanza della Alfonso Sellitto SpA, industria operante da ormai quasi settant’anni nell’agro-alimentare. “Ciò che ci uccide maggiormente, al netto dei dazi, è l’incertezza. Cosa succederà domani? Nessuno lo sa! E attenzione a dare vita ad una guerra commerciale con la Cina: tutti ne pagheremmo le conseguenze”.

Conclusioni affidate al deputato di Azione Fabrizio Benzoni, componente della X Commissione Attività produttive, Commercio e Turismo alla Camera dei Deputati.

“Il principale problema, come è stato già detto, è l’incertezza; l’incertezza che paralizza ogni cosa. Trump gioca a risiko col mondo intero, imponendo dazi su beni e prodotti, dimenticandosi il surplus che l’America ha con l’Europa sui servizi. Questi dazi genereranno una spinta inflazionistica senza precedenti”. Cosa dovrebbe fare l’Europa? Gli si chiede. “Innanzitutto, essere unitaria. Bene il viaggio di Giorgia Meloni a Washington purché vada a parlare per tutta la Ue. In secondo luogo, tassare le big tech perché ai bulli si risponde e si risponde con determinazione. E poi valorizzare gli accordi internazionali come quello con il MERCOSUR”.

Cosa propone, dunque, Azione? “Primo, concentrarsi sui salari, che in Italia sono in stagnazione da trent’anni. Per questo proponiamo il salario minimo, che può essere un punto di partenza; secondo, ridurre il cuneo fiscale, che pesa troppo sulla competitività delle imprese; terzo, l’energia: disaccoppiamento tra gas e rinnovabili e nucleare, che è una nostra battaglia da sempre; quarto, ripristinare Industria 4.0, che Calenda aveva immaginato e che ha ottenuto risultati oggettivi”.

In conclusione, il presidente Forni ha dichiarato che “Dal mondo della mozzarella a quello delle cooperative, fino all’industria conserviera: voci diverse ma stessa urgenza di azioni concrete e chiare, condivise con le rappresentanze di categoria. Questo deve essere l’impegno che la classe politica, nazionale e regionale, deve assumersi al fine di tutelare il ceto produttivo del nostro Paese e della nostra Regione! Basta parlare per slogan: occorre serietà, studio dei problemi e confronto per la loro risoluzione, ed è l’impegno che noi di Azione assumiamo”.

Fonte: cronachesalerno.it

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